In Sicilia mediatori culturali per prevenire infezioni tra immigrati
Parte da Catania, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, un progetto volto a migliorare le pratiche di prevenzione dell’Hiv e di altre malattie infettive tra gli immigrati in Sicilia. È il progetto “Mediterraneo: Aids e mediatori tra le terre”, promosso dall’Associazione Terra Amica in collaborazione con il Centro Astalli e l’Associazione Si.Ro. Enna Onlus, che si svolgerà nell’arco di un anno nelle province di Catania ed Enna.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare e formare venti mediatori culturali al fine di migliorare le conoscenze cliniche e psicologiche relative alle patologie infettive, con particolare interesse all’Hiv, e ottimizzare le loro competenze comunicative e relazionali circa la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura di queste patologie nella popolazione immigrata. La diffusione di Aids e malattie infettive è infatti uno dei rischi sanitari connessi al fenomeno del massiccio ingresso di immigrati, che interessa direttamente la Sicilia.
«Al di là delle pur continue emergenze legati agli sbarchi – spiega il dott. Mario Raspagliesi, responsabile dell’ambulatorio immigrati dell’ospedale Cannizzaro e direttore scientifico del progetto – preoccupa la condizione di marginalità degli immigrati rispetto all’accesso ai servizi sanitari e in particolare alle pratiche di prevenzione, circostanza determinata non soltanto dalle frequenti condizioni di disagio e povertà, ma anche dalle barriere linguistiche e culturali esistenti nella comprensione dei concetti stessi di malattia, salute e prevenzione. Ad aggravare il quadro, sono le condizioni di vita dei migranti nei centri di accoglienza». Di qui la necessità di mediatori culturali specializzati: il progetto “Mediterraneo: Aids e mediatori tra le terre”, sostenuto da Gilead nell’ambito del “fellowship program”, dopo una mappatura del territorio, punterà proprio sulla selezione e formazione di queste figure.